E’ pace fatta tra Antonino Pulvirenti e Andrea Agnelli. Negli scorsi mesi c’era stato un vivace scambio di battute (in pubblico) tra il presidente del Catania e quello della Juventus. Era gennaio 2013 e Pulvirenti definiva in televisione il numero 1 bianconero “una zitella isterica e in astinenza”; pochi giorni prima Agnelli aveva lanciato una evidente frecciatina al collega, appena eletto nuovo consigliere federale:
Abbiamo inoltre un esordio assoluto del presidente Pulvirenti nel consiglio federale, consiglio delicato che tocca tutte le normative del calcio professionistico. Esordio importante, perché sono dieci anni che mancava.
La polemica era nata proprio in seguito alla rielezione di Maurizio Beretta alla guida della Lega Calcio, candidatura non supportata da alcune big, tra le quali la Juventus.
Ora ci sarebbe stato il chiarimento, almeno stando alle dichiarazioni del presidente siciliano che ieri alla fine dell’assemblea della Lega di Serie A ha detto ai giornalisti:
Tutto chiarito, ci siamo incrociati, tutto bene ma sono cose che capitano, non abbiamo fatto pace perché non c’è mai stata guerra tra di noi.
Parole che nascondono volutamente (ma a fatica) le tensioni sorte tra i colleghi già dopo la vittoria bianconera in campionato a Catania macchiata da alcuni errori arbitrali; in quella occasione – siamo nell’ottobre 2012 – Pulvirenti non aveva risparmiato facili allusioni:
È stato Pepe o la panchina della Juventus ad annullare il gol: qui si supera la sudditanza psicologica. È peggio, è semplicemente una vergogna. Più soggezione di questa? Cosa dobbiamo fare per giocare contro la Juventus? Pensavo che certi tempi fossero finiti, a quanto pare non è così.
Il giorno dopo, cioè a freddo, il presidente del Catania si era rivolto direttamente ad Agnelli:
Rigiochiamo la partita, tanto loro sono sicuri di vincere… Agnelli chieda di ripetere la partita. Ricominciamo da qui, cominciamo a fare applicare regole precise. Le loro scuse sono scontate, lo so che sono in buona fede, ma è un episodio che va oltre.
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